Cyberterrorismo, ecco il piano Usa per contrastarlo
Con l’avanzare dell’Isis gli Stati Uniti d’America corrono ai ripari anche sul piano informatico per contrastare gli attacchi dei cyberterroristi che operano sulla rete Internet.
Infatti gli Stati Uniti stanno integrando all’interno del loro esercito comando militare sempre più personale civile in grado di contrastare sul piano della sicurezza informatica ti attacchi dei jihadisti che si sviluppano anche attraverso i social network.
Apple, Microsoft, Facebook e Google sono tra le maggiori aziende che in breve tempo dovranno fare grandissimi sforzi sul fronte della protezione dei dati e della privacy ma anche sulla sicurezza informatica.
Sono fra le prime ad essere coinvolte ed a collaborare strettamente come le autorità di sicurezza statunitensi, non soltanto sul territorio americano. Ad essere sotto attacco da parte dei pirati informatici sono anche banche, le borse, le reti che controllano il traffico aereo e ferroviario, oltre che ai sistemi militari.
La cybersecurity è una tematica importante anche per il governo italiano.
La Casa Bianca propone di creare un protocollo standard a cui qualsiasi azienda dovrà attenersi nel momento in cui è soggetta ad un attacco informatico.
Ciò sarebbe utile per informare più rapidamente le autorità ed i clienti dell’attacco in corso. Altra proposta è quella di limitare la quantità di informazioni memorizzate sui dispositivi e sui server delle aziende, anche se queste vengono utilizzate per fini commerciali, così da limitare il rischio che i dati personali di consumatori, studenti iscritti nelle scuole o nelle università, possano essere oggetto di attacchi informatici o di furti d’identità.
David Cameron in Inghilterra invece ha minacciato di bloccare strumenti di comunicazione on-line come WhatsApp, iMessage, FaceTime fintanto che questi non possano essere controllati e sorvegliati.
“Ci sono molto modi con cui si possono eludere le intercettazioni anche se la corrispondenza avviene in modo non criptato”, ha scritto l’inventore dell’app di messaggistica Telegram, Pavel Durov sul suo blog. “Cameron spenderebbe inutilmente denaro dei contribuenti – ha aggiunto – a meno che il suo reale obiettivo non sia qualcosa di diverso”. Durov ha poi messo in guardia sul pericolo di misure di questo tipo, perché costringerebbero “a tradire i nostri valori”. “Alla fine di questo processo, quando le telecamere di sorveglianza saranno in ogni camera da letto – ha denunciato – non ci saranno più bombe che esplodono. Ma non perché le telecamere non permetteranno ai terroristi di ucciderci, ma perché avremo accettato i valori della paura e del controllo, e i terroristi non avranno più alcun conflitto con la nostra civiltà”.