Le leggi della robotica di Asimov non sono distanti dalla realtà
Bruno Siciliano è un professore dell’Università Federico II di Napoli, ordinario di automatica e robotica, iscritto a diverse associazioni di ingegneria, fisica e robotica. E’ passato agli onori della cronaca perché, in Italia si è fatto promotore di un movimento che in tutto il mondo si sta occupando di sensibilizzare l’opinione di tutti su un problema che al momento non è regolamentato da nessuna norma.
Stiamo parlando di un ambito della robotica in cui molte aziende stanno già lavorando per costruire delle armi robotica, dotate di un’intelligenza artificiale che le potrebbe portare a prendere autonomamente la decisione di uccidere un uomo.
Detta così sembra fantascienza, ma il Prof Siciliano avverte, che si sta parlando di tecnologie, che con piccole modifiche, potrebbero già essere alla portata di tutti. Ma al di la delle potenziali armi, che potrebbero derivare dal “fai da te” amatoriale di amanti dell’elettronica, vi è in ballo una questione etica, che poi si traduce in implementazioni di codice e di programmazione per tutti gli automi che dovessero avere finalità di difesa.
A pensare in questi termini, in effetti, era già stato Isaac Asimov, nei suoi romanzi sulla robotica, che aveva postulato le leggi fondamentali della robotica:
0) Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno
1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero
2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge.
3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge.
Ma dalla fantascienza alla realtà il passo è stato breve e l’Istituto Future of Life, un’associazione americana di cui fa parte anche Stephen Hawking, ha formalizzato una lettera (http://futureoflife.org/open-letter-autonomous-weapons/) in cui gli scienziati di tutti il mondo, fra loro anche il prof. Siciliano,rivolgono un appello alle Nazioni Unite per bandire le armi robotiche del futuro prima ancora che vengano realizzate, perché potrebbero prendere la decisione da sole di uccidere.
Insieme al professore dell’ateneo partenopeo altri 2463 esperti in materia hanno firmato la lettera, condivisa anche da altro 14.400 sostenitori, fra cui Hawking, diversi imprenditori, com il capo di Tesla Motors, il direttore di ricerca di Google, ingegneri di Microsoft e tanti altri accomunati dall’obiettivo di perseguire un’etica comune in questo settore nascente, in cui occorrono regole per tutelare l’umanità.