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Al Vittoriano in mostra le opere di Alphonse Mucha

1Alfons_Mucha_-_F._Champenois_Imprimeur-ÉditeurDal 15 aprile all’11 settembre 2016, saranno in mostra al Vittoriano le opere di Alphonse Mucha (1860-1939), uno degli artisti più celebri d’Europa tra l‘800 e il ‘900.

Mucha diede vita ad un nuovo genere di arte visiva, caratterizzato da un suo stile, che fiorì nella Parigi della Belle Epoque. Le sue opere in effetti consistevano in oggetti decorativi, opere grafiche, immagini di donne seducenti, composizioni e layout tipografici, che divennero ben presto icone dell’Art Nouveau.

Mucha era convinto dell’universalità dell’arte e confidava nel suo potere di comunicazione e di ispirazione. Egli, con la sua visione modernista dell’arte, espressa anche all’esposizione universale di Parigi del 1900, sperava di poter  creare un’unione spirituale fra i popoli slavi, con le potenze coloniali, da cui erano sopraffatti. Spinse questa sua utopia fino all’estrema immaginazione di  un’unione universale di tutto il genere umano, che avrebbe trovato compimento in un mondo migliore, dove anche le minoranze etniche avrebbero avuto la loro possibilità di espressione senza subire soprusi dalle potenze coloniali.

Alfons Maria Mucha era nato a Moravia (una regione dell’odierna Repubblica Ceca, allora facente parte dell’Impero austro-ungarico), iniziò a lavorare come pittore decorativo, principalmente per scenografie teatrali. Si trasferì in seguito a Vienna, dove proseguì il suo lavoro da scenografo, accrescendo le sue conoscenze tecniche ed artistiche.
Si iscrisse poi all’Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera, dove affinò le sue doti di ritrattista e di decoratore. Si trasferì poi a Parigi, dove proseguì i suoi studi divenendo uno dei più accreditati pittori dell’Art Nouveau.
Il visitatore che deciderà di vedere la mostra al Vittoriano potrà accorgersi di quanto Mucha fosse esperto a trasformare sul piano estetico, qualsiasi oggetto di uso giornaliero, facendolo divenire un’opera d’arte.

Mucha disegnò anche francobolli, banconote ed altri documenti governativi per la neonata nazione Cecoslovacca, quando ritornò a Praga, dopo la prima guerra mondiale. Nelle sue opere è visibile anche un’influenza del simbolismo massonico di cui fu Gran Maestro della Gran Loggia di Cecoslovacchia.

Lo stile di Muhca tornò di moda negli anni ’60, tanto che molti illustratori anche in tempi più recenti riportarono in auge tutti gli elementi tipici del suo disegno quali cornici floreali, figure geometriche e figure con abiti classici.

Curata da Tomoko Sato, curatrice della Fondazione Mucha che dal 2007 ha realizzato numerose mostre, si compone di oltre 200 opere e ripercorre l’interno percorso creativo dell’artista, divisa in sei sezioni: Un boemo a Parigi; Un creatore di immagini per il grande pubblico; Un cosmopolita; Il mistico; Il patriota e L’artista-filosofo.

Accoglie: dipinti (come Self-portrait del 1899 e France Embraces Bohemia del 1918), manifesti (Poster for ‘Gismonda’ del 1894 e Sarah Bernhardt as La Princesse Lointaine del 1896), disegni (tra cui gli studi per ‘By force towards freedom, with love towards unity!’ del 1910-1911 e per ‘The Age of Wisdom’ del 1936-1938) e gioielli (quelli dell’Esposizione universale del 1900 come Ornamental chain with pendants e ‘Peacock ring’ entrambi del 1900).

http://www.ilvittoriano.com/mostra-alphonse-mucha-roma.html

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