Privacy e sicurezza sulla rete internet
Da quando è stato reso pubblico il caso del Datagate, quasi il 90% degli italiani che utilizzano internet è preoccupato per la propria privacy. La consapevolezza degli utenti è stata edotta ancor più dei rischi di intrusione di chi gestisce le reti informatiche ed i contenuti pubblicati nei social. Ormai la presenza costante di chi, per ragioni di sicurezza, o di controllo, attinge alle “tracce” digitali di chiunque, non è più un segreto.
Nonostante questo più della metà degli italiani non riesce a fare a meno di essere presente costantemente nei social network e di pubblicarvi gli aggiornamenti della propria vita.
Infatti pur se consapevoli dei rischi che si corrono in Internet, considerata anche la moltitudine di persone sconosciute che vi accedono e la diverse intenzioni, che talvolta potrebbero essere non del tutto legali, spesso gli utenti non si soffermano a pensare a quanto possa essere incauto, ad esempio, far sapere nella rete che si è fuori casa per le ferie, o che si è usciti per andare a teatro, o pubblicare le foto dei propri figli minori che fanno il bagno a mare in costume.
Da un lato certe informazioni che si pubblicano potrebbero far gola a malintenzionati. Dall’altro i comportamenti degli utenti nelle reti social, come i click che si fanno per leggere articoli condivisi, da giornali o inserzionisti, i click su i pulsanti “mi piace” (Faceook), “+1” Google, o “preferito” (Twitter), consentono ai proprietari di queste piattaforme di raccogliere una quantità enorme di informazioni sui gusti e le preferenze degli utenti. Incrociandole opportunamente con le informazioni demografiche, che vengono fornite altrettanto incautamente dagli utenti, che le dichiarano nel loro profilo, le aziende ottengono le informazioni che tante aziende sono disposte a pagare, per creare pubblicità mirata ed annunci ad hoc.
Le statistiche che emergono dalle indagini di EMC Privacy Index (http://www.emc.com/campaign/privacy-index/index.htm) non lasciano dubbi che quasi il 90% degli internauti vorrebbe che fosse regolamentato meglio l’ambito, che lascia alle aziende di vendere o acquistare i propri dati, senza un consenso specifico alla raccolta e all’incrocio.
Oltre al problema della privacy on-line ciò che dovrebbe preoccupare gli internauti è anche il fatto che statisticamente la metà di chi è su internet subisce attacchi di hacker ai propri dati, registrati on-line. Inoltre dovrebbe preoccupare tutti coloro che posseggono uno smartphone o un tablet, il rischio che si corre a smarrirli, con all’interno custodita gran parte della propria vita in foto e delle proprie informazioni in file che vi si memorizzano.
Val la pena rinnovare i consigli di buona prassi di cambiare spesso le proprie password, di non usare la stessa password per accedere ovunque in rete, di non memorizzarla nei browser, di effettuare sempre il logout dalle applicazioni installate su tablet e smartphone e ci collegano ai servizi dei siti utilizzati (social network, home banking, email ecc).