REALTA’ AUMENTATA, REALTA’ VIRTUALE E NUOVI MODELLI DI FRUIZIONE E DI COMUNICAZIONE DEL TERRITORIO E DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
Secondo le stime di Gartner, entro il 2020 la realtà aumentata, la realtà virtuale e la “mixed realtity”, ovvero una miscela dei mondi fisici e digitali in cui gli utenti possono interagire con oggetti digitali e del mondo reale pur mantenendo la presenza nel mondo fisico, saranno adottati dal 20% delle grandi imprese come parte delle loro strategie di trasformazione digitale (Immersive Technologies Offer Infinite Possibilities, Gartner, 22 Febbraio 2017).
In ambito business le soluzioni di realtà aumentata variano a seconda degli obiettivi specifici della società e delle unit coinvolte. Nella maggior parte dei casi queste soluzioni sono degli strumenti efficaci per aiutare i dipendenti a fare meglio il proprio lavoro. E’ il caso ad esempio di applicazioni utilizzate nel campo della formazione, della riparazione e della manutenzione e della prototipazione. Già oggi i tecnici BMW usano schermi AR per eseguire la manutenzione delle proprie auto, mentre, come è stato raccontato nell’ambito del programma degli Smau Live Show e presentato all’interno dell’area espositiva di Smau Milano, Abarth ha iniziato ad usare il configuratore di realtà virtuale per permettere ai propri clienti di vivere nei minimi dettagli l’esperienza di entrare nel nuovo Abarth 124 spider, ancor prima che entrasse in commercio.
Se quindi in molti ambiti, soprattutto nell’Industria, la Realtà virtuale ha trovato una collocazione ben precisa e sono sempre di più le grandi imprese che ne fanno uso, in campo artistico, culturale e turistico, dove queste tecnologie potrebbero esprimere tutto il loro potenziale, diventando degli strumenti potentissimi di comunicazione del territorio e permettendo un’innovativa fruizione delle opere d’arte, faticano a decollare, così come in genere tutti i servizi digitali. Tra i musei italiani c’è ancora poca consapevolezza delle opportunità offerte da tali tecnologie e dal digitale in generale, infatti, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali su dati Istat 2015, su un campione di 476 musei italiani, il 20% dispone di allestimenti interattivi, il 13% offre l’opportunità di una visita virtuale delle proprie opere d’arte e solo il 9% dispone di un’app per dispositivi digitali.
Le istituzioni culturali si trovano quindi oggi di fronte alla sfida di comunicare il proprio patrimonio in un modo nuovo, che lo renda più prossimo alle esigenze di conoscenza ed esperienza di cittadini e turisti. “Gli utenti – spiega Angela Perego, docente di Sda Bocconi, nell’ambito del suo workshop “Trasformazione digitale e omnicanalità” on line su www.smauacademy.it – sono sempre più “connessi” e le loro aspettative in termini di “customer experience” sono in continua evoluzione. Sempre più spesso utilizzano più canali contemporaneamente, in modo intercambiabile e complementare senza soluzione di continuità, ricercando in ognuno di essi la stessa esperienza”.
Alcune istituzioni hanno raccolto questa sfida, avviando un processo di trasformazione digitale che ha permesso loro di parlare a nuovi e vecchi pubblici. E’ il caso ad esempio del Museo Salvatore Ferragamo che, con la mostra “Tra Arte e Moda”, in scena fino al 7 aprile 2017 racconta la produzione di Salvatore Ferragamo tra touchscreen e videoinstallazioni artistiche. Una di queste è stata realizzata in collaborazione con una startup milanese che si occupa di visual design. La videoinstallazione mette a confronto le calzature con la loro fonte d’ispirazione, il mondo classico, l’oriente, le avanguardie artistiche del Novecento, il Surrealismo ma anche la cultura artigiana della città di Firenze. Una seconda installazione è stata realizzata in una stanza dove l’atelier dell’artista diviene un grande mood board in cui migliaia di immagini si muovono e si combinano generando uno spazio fisico che è anche spazio mentale.
Anche per il Museo degli Innocenti l’aver utilizzato strumenti digitali per la narrazione dei suoi contenuti è stata l’occasione di avvicinare ulteriormente il visitatore coinvolgendolo in un’esperienza immersiva e unitaria, favorendo così un avvicinamento ulteriore alle tematiche e promuovendo un senso di “vicinanza, appartenenza” ulteriore all’Istituzione e alle attività svolte. Entrambe le esperienze sono state raccontate nell’ambito del programma di Smau Live Show dedicati al settore turistico.
Nasce da un’idea di una startup fiorentina, presentata a Smau Berlino 2016, Uffizi Virtual Experience, la prima mostra virtuale interattiva e immersiva realizzata in Italia, che porta in tour i capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi grazie a oltre 1150 immagini digitali ad altissima risoluzione, multiproiezioni immersive e tecnologia abilitante. La mostra si è svolta lo scorso anno a Milano alla Fabbrica del Vapore e ha permesso ai visitatori, all’interno dello spazio della mostra di poter visualizzare tutte le 1150 opere sul proprio dispositivo mobile e condividerle tramite i canali social. Prima e dopo la visita, è stato possibile inoltre continuare l’esperienza nelle strade del centro della città e scoprire contenuti inediti. Sempre da una startup, questa volta di Napoli arriva un esempio di narrazione delle opere attraverso la realtà aumentata. Hi-Story 4.0, l’applicazione realizzata da Youbiquo permette al visitatore di scegliere in quali scenari storici “navigare”, interagire e giocare con l’opera, diventando il protagonista di un gioco interattivo tra vasi antichi e affreschi perduti.
Si pone l’obiettivo di permettere alle nuove generazioni di accedere facilmente alle memorie storiche del territorio mirandolese, protagonista della Resistenza, il progetto di ANPI Mirandola realizzato con il sostegno del Comune. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha posizionato un codice QR leggibile da smartphone e tablet, stampato su mattonelle di ceramica applicate su tutti i monumenti partigiani del territorio mirandolese (circa 30 km). Il progetto ha previsto la mappatura e la geolocalizzazione di più di 50 siti sul territorio che, attraverso il QR code forniscono informazioni sulla storia dei partigiani vissuti e uccisi in quel luogo. Il codice invia, infatti, a una pagina del sito con tutte le informazioni e i documenti relativi (foto, libri, testimonianze dirette) legati a quella località.
Con l’intento di sensibilizzare l’industria turistica e culturale sulle infinite potenzialità che offre il digitale nel proprio settore Smau continuerà la sua attività anche nel 2017 nell’ambito del programma degli Smau Live Show di ciascuna tappa sul territorio, a partire da Padova il 30-31 marzo, Bologna l’8-9 giugno, Berlino il 14, 15 e 16 giugno, Milano il 24, 25 e 26 ottobre e Napoli il 14-15 dicembre.
[fonte comunicato da smau.it ]